BENE PREZIOSO

Cristian Begus (Pontificia Università Lateranense)

 Il codice non presenta una definizione di bene prezioso, che tuttavia può dedursi da varie indicazioni contenute in alcuni canoni; infatti il c. 1189 CIC richiama le immagini preziose in quanto “vetustate, arte aut cultu praestantes”, il c. 1292 CIC fa riferimento ai beni preziosi “artis vel historiae causa” e il c. 638 § 3 CIC contiene una regolamentazione “de rebus pretiosis artis vel historiae causa”. Conseguentemente la preziosità del bene va individuata sulla base del valore artistico e storico o in ragione del culto – ma non tassativamente –  con un superamento del criterio puramente economico poiché il codice del 1983 non ripropone il concetto di “notevole valore”, contenuto invece nel codice precedente.

I canoni disciplinano vari aspetti specifici relativi ai beni preziosi delle persone giuridiche pubbliche per garantirne la proprietà, l’amministrazione e soprattutto un uso fruttuoso e comunitario cui fa cenno Papa Giovanni Paolo II nel discorso del 09 ottobre 2002 ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa: “arte, architettura, archivi, biblioteche, musei, musica e teatro sacro non costituiscono solamente un deposito di manufatti storico-artistici, bensì un insieme di beni fruibili dall’intera comunità”:

– L’usucapione dei beni mobili preziosi richiede un termine di cento anni quando sono di proprietà della Sede Apostolica e di trent’anni quando sono di proprietà di altre persone giuridiche pubbliche (c. 1270).

– All’interno dell’inventario previsto al c. 1283, 2°, per la cui redazione si richiamano varie categorie di beni, devono essere inclusi anche i beni mobili preziosi.

– Per la validità dell’alienazione di beni preziosi per ragioni storiche o artistiche è richiesta la licenza della Santa Sede (c. 1292 § 2) oltre a quella del Vescovo diocesano. Questa normativa si applica senza considerare il valore economico – e neanche l’assegnazione al patrimonio stabile – poiché il fine che si vuole perseguire è di tutelare il patrimonio culturale della Chiesa e con esso l’arte o la storia.

– Nel caso di alienazione di immagini preziose per ragioni di culto, che in una chiesa godono di grande venerazione da parte del popolo, la Santa Sede è l’autorità competente a concedere la licenza (c. 1190 § 2-3). Anche in questo caso non ricorre il requisito del valore economico poiché si proteggono questi beni in quanto tali.

– La tutela dei beni preziosi contenuti all’interno delle chiese richiede l’utilizzo sia di opere di conservazione degli stessi sia di strumenti opportuni per assicurarne la sicurezza contro qualsivoglia evento dannoso (c. 1220 § 2). Tutto ciò non riguarda esclusivamente il parroco ma “omnes ad quos res pertinet” (c. 1220 § 1) ossia tutte le persone che si trovano ad avere compiti di tutela della chiesa stessa. La rilevanza dell’ampia partecipazione nel sostegno al restauro dei beni preziosi sotto il profilo artistico è sottolineata anche da Papa Francesco nel discorso del 19 ottobre 2013 ai “Patrons of the Arts” dei Musei Vaticani richiamando “un lodevole senso di corresponsabilità per l’eredità di arte sacra che la Chiesa possiede”.

Fonti

Codex Iuris Canonici, Pii PP. X Pontificis Maximi iussu digestus Benedicti PP. XV auctorite promulgatus, in AAS, 9 (1917), 11-456.

Sacra Congregatio Concilii, Istruzioni circa le chiese ed altri enti di culto: In applicazione, 25 giugno 1930, in AAS, 22 (1930), 410-417.

Sacra Congregatio Concilii, Disposizioni per la custodia e conservazione degli oggetti di storia ed arte sacra in Italia: La Chiesa cattolica, 24 maggio 1939, in AAS, 31 (1939), 266-268.

Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Constitutio de sacra Liturgia: Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963, in AAS, 56 (1964), 97-138.

Sacra Congregatio pro Clericis, Litterae circulares de cura patrimonii historico-artistici Ecclesiae, ad Praesides Conferentiarum Episcopalium: Opera artis, 11 aprile 1971, in AAS, 63 (1971), 315-317.

Codex Iuris Canonici, Ioannis Pauli PP. II auctorite promulgatus, in AAS, 75 (1983), 1-317.

Ioannes Paulus PP. II, Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, 09 ottobre 2002, reperibile alla URL: <http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/2002/october/documents/hf_jp-ii_spe_20021019_pcchc.html> (consultato il 29.08.2017).

Franciscus PP., Discorso del Santo Padre Francesco ai “Patrons of the Arts” dei Musei Vaticani, 19 ottobre 2013, reperibile alla URL: <http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2013/october/documents/papa-francesco_20131019_patrons-of-the-arts.html&gt; (consultato il 29.08.2017).

 Bibliografia essenziale

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Begus C., Diritto patrimoniale canonico, Città del Vaticano 2007.

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De Paolis V., I beni temporali della Chiesa, Bologna 2011.

López Alarcón M., Eficacia civil de la licencia para la enajenación de bienes eclesiásticos, in Ius canonicum, 29 (1989), p. 305-326

Mantecón J., C. 1292, in Aa.Vv., Comentario Exegético al Código de Derecho Canónico, Pamplona 1997, 156-160.

Martín De Agar J.T., Bienes temporales y misión de la Iglesia, in Aa.Vv., Manual de Derecho Canónico, Pamplona 1991, 701-734.

Moreno Antón M.G., La enajenación de bienes eclesiásticos en el ordenamiento jurídico español, Salamanca 1987.

Pérez De Heredia y Valle I., Libro V del CIC. Bienes temporales de la Iglesia, Valencia 2002.

Perlasca A., Il concetto di bene ecclesiastico, Roma 1997.

Schouppe J.P., Elementi di diritto patrimoniale canonico, Milano 2008.

Tirapu D., C. 1270, in Aa.Vv., Comentario Exegético al Código de Derecho Canónico, Pamplona 1997, 96-97.

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Vromant G., De bonis Ecclesiae temporalibus, 3ª ed., Paris 1953.

31 ottobre 2021


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