COMUNIONE (PRINCIPIO DI)

Roberto Repole (Professore di Teologia. Facoltà Teologica di Torino)

Quando nel linguaggio comune e, talvolta, nello stesso contesto teologico si usa il termine comunione, si viene normalmente e immediatamente rimandati al legame dei credenti tra loro; in alcune occasioni, si rischia addirittura di confondere comunione e comunità.

In realtà, il primo e fondamentale significato della parola in questione indica il vincolo che lega il credente con il Dio rivelatosi in Cristo. Comunione designa, pertanto e anzitutto, la possibilità che viene donata, per grazia, di partecipare della stessa vita divina. Nello Spirito e mediante Cristo, i cristiani trovano accesso al Padre, partecipando della natura divina.

E’ in forza di questo comune accesso al Padre e alla vita di Dio che essi vengono uniti gli uni agli altri. Comunione viene così, in seconda battuta, a designare il vincolo fraterno che unisce i cristiani tra loro e che li rende partecipi l’uno della vita dell’altro. Con una espressione significativa, il Concilio Vaticano II ne ha espresso la profondità, dicendo che «(…) tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione gli uni con gli altri nello Spirito santo, e così “chi sta in Roma sa che gli indi sono sue membra”» (Lumen gentium, 13).

Tale comunione verticale ed orizzontale è, però, mediata, dalla Parola, dai sacramenti e da tutto ciò di cui lo Spirito si serve per innestare il credente in Cristo, condurlo al Padre ed unirlo ai fratelli cristiani, vivi e defunti. Questo spiega perché, secondo alcune ricostruzioni, l’espressione latina communio sanctorum, prima che con “comunione dei santi” debba essere resa con “comunione alle cose sante”. E’ per mezzo della Parola di Dio attestata nella Scrittura e annunciata dalla Chiesa e in forza dei sacramenti celebrati, in particolare l’Eucaristia (cui sono ordinati tutti i sacramenti), che si partecipa alla vita divina e si entra a far parte della comunione dei santi. Ciò spiega, altresì, il ruolo di mediazione che le istituzioni (in un senso ampio, coinvolgente la Scrittura, i sacramenti, il ministero ordinato, i dogmi, il diritto) svolgono in ordine alla comunione. E’ per loro mezzo che lo Spirito di Cristo continua ad agire, a ricondurre a Cristo e a mettere in comunione l’uomo con Dio e con i fratelli.

Tale comunione si realizza concretamente in ogni Chiesa locale, nella quale una porzione di umanità, per la mediazione degli elementi di cui lo Spirito si serve per “fare la Chiesa, si lascia immettere nella comunione alla vita divina e, perciò, alla comunione inter-umana. In forza degli elementi che concorrono a costituirla, ogni Chiesa è poi in comunione con tutte le altre Chiese, nelle quali si realizza la stessa realtà: si parla, pertanto, di una comunione delle Chiese tra loro, in cui la Chiesa di Roma ha il ruolo singolare di presiedere nella carità.

La considerazione degli “elementi ecclesiali” per la cui mediazione si realizza la Chiesa induce a considerare come il termine in questione designi, sul piano ecumenico, il rapporto tra le diverse Chiese. In ambito cattolico, ci si riferisce infatti ad una piena o imperfetta comunione tra le Chiese, sulla base degli elementi ecclesiali che le confessioni cristiane hanno conservato; ben sapendo, però, che ciò indica soltanto gli aspetti oggettivi e non dice nulla della più o meno fruttuosa ricezione di tali elementi nelle diverse Chiese e nella vita dei singoli cristiani.

Infine, il termine indica il progetto di Dio coinvolgente tutta l’umanità e non solo, evidentemente, i cristiani. Tutti gli umani sono chiamati, in Cristo, alla comunione con Dio e tra loro. La Chiesa non è la comunione, ma il segno e lo strumento posto nel mondo della comunione a cui è chiamata l’umanità intera. Anch’essa è, dunque, in cammino verso il Regno compiuto, in cui si manifesterà e realizzerà in modo pieno e definitivo l’universale disegno di comunione di Dio,

Bibliografia

W. Kasper, Chiesa come comunione. Riflessioni sull’idea ecclesiologica di fondo del concilio Vaticano II, in Id., Teologia e Chiesa, Queriniana, Brescia 1989, 284-301;

J. Rigal, L’écclesiologie de communion. Son évolution historique et ses fondements. Cerf, Paris 1997;

G. Calabrese, Comunione e D. Serrentino, Comunione dei santi, in G. Calabrese-P. Goyret- O. Piazza (a cura di), Dizionario di ecclesiologia, Città Nuova, Roma 2010;

R. Repole, Chiesa e comunione, in Id., Come stelle in terra. La Chiesa nell’epoca della secolarizzazione, Cittadella, Assisi 2012, 41-66 (tr. Francese: Église synodale et democratie. Quelles institutions pour aujourd’hui?, Lessius, Namur 2016, 33-51.

31 ottobre 2021


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